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Il presepe

Mi sono chiesta cosa in realtà possa significare per noi il presepe. Perché ci coglie la passione di allestirlo, anche piccolo. Un quadrato, un angolo sul quale raffigurare quelle scene che probabilmente sono appartenute alla magica notte, quando nacque quel Bambino che da grande avrebbe sovvertito ogni cosa, quel rivoluzionario di nome Gesù; oppure sono scene raccontate, tramandate, ricostruite. Chi può saperlo realmente com’era.

Alle volte credo che ci piaccia immaginarlo così come lo rappresentiamo. La storia è come ci piace raccontarla a costo di tacere la verità. Ora ci sono le scritture, il web, i supporti telematici, ci sono i libri… tutto più facile rispetto al passato per trascrivere gli eventi. Eppure il tempo logora ogni cosa, persino il web coi suoi software e sistemi di salvataggio dati si rinnova in breve e occorre quindi riscrivere, riportare. E può essere che riscrivendola quella tal cosa, venga poi modificata e accade poi che a distanza di secoli la storia menta e che la verità si perda  tra le pieghe del tempo.

         Il presepe lo si allestisce solo a Natale e quindi quell’arte la si può esplicitare solo una volta all’anno, tranne per coloro che creano statuine in cartapesta, in argilla o ceramica o legno, in ogni momento dell’anno. Tuttavia il presepe sprigiona la sua magia proprio a Natale. Non si può immaginare un presepe in agosto, non lo guarderebbe nessuno, visto che quasi tutti sono al mare su spiagge assolate. San Francesco d’Assisi allestì per la prima volta un presepe e fu dal vero: La mangiatoia col bue e l’asinello, una donna partoriente col suo compagno e il loro piccolo appena nato. Tanti pastori in movimento col proprio gregge lungo i sentieri che conducevano alla grotta e magari quella sera in cielo brillavano per davvero tante stelle e magari per davvero la scia della cometa era lì a indicare la via. Gli astronomi sostengono che ogni 76 anni l’astro solchi i cieli e tutti possano osservarla, se solo si levassero gli occhi al cielo. Io ricordo di averla vista qualche anno fa, ma non era dicembre.

         I presepi credo vogliano narrare l’incanto di quella notte, di quando ognuno, nelle proprie abitazioni, nelle botteghe, nelle strade, ignorava che stava accadendo qualcosa che avrebbe cambiato il mondo. Ignorava che nasceva un bambino, di nome Gesù. E gli Angeli scesero ad annunciarlo agli umili della terra, di recarsi alla capanna, dove aneliti di speranza si diffondevano, aneliti di rinascita, di nuova umanità, era lì che iniziava la storia di un amore. Ed è quindi l’incanto che si rinnova col presepe. Mondo in miniatura che ogni anno mi rapisce lo sguardo e il cuore. È da lì che occorre ripartire, in ognuno di noi vi è un presepe, in ognuno il seme della gioia  di una stella accesa in cielo a illuminarci la via da percorrere mano nella mano, insieme sempre.

 

                                                                           Rosalba Griesi

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Due epoche a confronto

Sabato 3 febbraio 2018 noi ragazzi delle classi terze ci siamo recati a Bari, per prendere visione dello spettacolo in   lingua francese Saint-Germain-des-prés, trascorrendo una bellissima giornata. Ci siamo ritrovati tutti alle otto e trenta per iniziare insieme questa bellissima avventura. Il viaggio, inutile parlarne, è stato come tutti un insieme di risate e allegria, persino i professori non si sono annoiati. Dopo un’ora e mezza passate in fibrillazione, arriviamo alla nostra meta e rimaniamo folgorati dalla bellezza del teatro. Lo Showville, una gigantesca struttura che ci ha offerto un gran numero di servizi e ci ha permesso non di fare la solita merenda tra i banchi di scuola ma in un meraviglioso spazio all’aperto. Dopo un’ora passata a confrontarci fra di noi il teatro ha aperto le sue porte permettendo a noi ragazzi di tutte le età di prendere posto e attendere con pazienza l’inizio dello spettacolo. Che dire, esso ci ha ipnotizzato sin da subito, per la sceneggiatura, per la trama, per le canzoni, per i personaggi per non parlare poi del segno che ha lasciato dentro ognuno di noi. Questo bellissimo spettacolo tratta un argomento molto bello e importante, quello di due epoche a confronto, da una parte c’è Gabriel, un giovane barista con la passione per la musica, a volte si sente triste e insoddisfatto, ma sarà proprio questo viaggio nel passato a fargli capire un sacco di cose, dall’ altra parte abbiamo un gruppo di ragazzi: Zaza, Flore, Pierre e Andre, che vivono nell’epoca del secondo dopoguerra, la loro paura è grande, c’è la paura che possa scoppiare un’altra guerra, la paura di perdere qualche amico o familiare, ma nonostante ciò c’è il dialogo fra le persone, c’è uno scambio di sguardi, cosa che nel 2017 non esiste quasi più. Gabriel capisce così che il vero essere indeciso fra due cose non è un grande problema, perché ci sono state persone che una scelta in più non l’hanno avuta. I suoi nuovi amici l’hanno aiutato a riavere fiducia in se stesso e grazie a Zaza ora crede nuovamente nell’amore. Egli fa ritorno nel 2017 sentendo dentro di lui la presenza degli amici trovati nel passato. Con la conclusione dello spettacolo, si è conclusa anche la nostra fantastica giornata, abbiamo fatto ritorno a casa con il cuore arricchito di insegnamenti. Questa è stata un’esperienza bellissima che non dimenticheremo mai, anche grazie ai fantastici docenti che ci hanno accompagnato: la nostra coordinatrice, la prof. Di Cataldo, la professoressa Galotta, la professoressa Craca e il professor De Bernardo.

Menna Francesca e Bisceglia Marina di 3°

 

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Ovale o non vale

Per chi si occupa di educazione non c’è sport migliore del rugby per provare a cimentarsi con la strutturazione del carattere di tutti quei futuri adulti che siamo soliti chiamare prima bambini e poi adolescenti. Una scuola che funzioni non può non farsi carico di questo compito e l’I.C.2 di Lavello anche per quest’anno scolastico ha dimostrato di saper funzionare, grazie alla collaborazione offerta da parte di alcuni docenti disponibili e lungimiranti come la Prof.ssa Craca e il Prof. Sciota, che per il terzo anno consecutivo hanno consentito al personale tecnico dell’A.S.D. A’ssud Rugby Union Lavello di poter avere accesso nelle classi e continuare il lavoro minuzioso di diffusione della cultura e delle attività che ne conseguono, relative alla pratica sportiva della nostra meravigliosa disciplina, che trae il suo nome da quello di una cittadina di circa cinquantamila abitanti del Warwickshire, contea situata nel profondo cuore rurale dell’Inghilterra centrale. “Formare uomini-atleti che siano in grado di reagire sotto pressione ad ogni situazione … della vita”. Questo è l’obiettivo finale che ci prefiggiamo di conseguire ogni volta che ci capita di calcare il terreno di gioco di un campo che veda unirsi tra loro in un magico miscuglio di sensazioni, sacrificio, sudore e tanto divertimento, unito alla fatica condivisa con dei compagni di squadra che finiscono inevitabilmente col diventare amici e persino “fratelli”. Certo le difficoltà non mancano e il totale disinteresse delle istituzioni sicuramente non aiuta rispetto alla possibilità di provare a creare le condizioni migliori per accompagnare percorsi di crescita come quello da noi proposto, che puntino alla formazione di individui capaci di contare su se stessi e sui loro mezzi e la loro capacità di riconoscere nell’avversario né più né meno che un simile con cui condividere uguali intenti, seppur da punti di vista differenti.  Il rugby è uno sport che non ammette menzogna e insegna a riconoscerla. È uno sport che si fonda sul bisogno primario di potersi liberamente esprimere e prevalere, non prevaricare, e in ragione di questo si fa strada nelle teste e nei cuori di chi lo pratica. Un rugbista non si fermerà mai di fronte alle difficoltà della vita poiché sa di avere con sé una squadra di suoi pari pronti a dargli sostegno. Da qualche settimana il progetto ha inoltre iniziato a prender forma e consistenza anche presso il New Camp, in Via Scotellaro qui a Lavello, la cui gestione attenta e professionale sta consentendo lo svolgimento di attività pratiche in tranquillità e sicurezza sia per gli allenatori messi a disposizione dall’A.S.D. A’ssud Rugby UInion Lavello, sia per i/le ragazzi/e che hanno iniziato a cimentarsi con questo magnifico sport.  Il prossimo traguardo è già segnato: giungere alla costruzione di uno gruppo stabile di giovani atleti pronti al confronto con realtà agonisticamente strutturate attraverso cui potersi mettere in gioco e alla prova, in collaborazione con la F.I.R. (Federazione Italiana Rugby), che tramite l’appoggio, l’operato e l’impegno del nostro Delegato Regionale Michele Sabia è già pronta a sostenerci. All’appello mancano dunque solo i lavellesi, i quali con uno scatto di reni sono chiamati a fare la loro parte, per iniziare a diventare artefici in prima persona di un’avventura sportiva, ma soprattutto umana in cui “il potente sfonda, il piccolo s'insinua, l'alto salta, il guizzante corre […] poiché […] in una squadra di rugby c'è posto per tutti!”

Lino Manella (Pres. A’ssud Rugby Union Lavello)

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U’ CARNVAL D’ LAVIDD’

La maschera tipica del carnevale lavellese è IL DOMINO. Esso è molto elegante, è di raso rosso, blu e a volte nero. Ogni sabato gruppi di maschere girano per le strade di Lavello, allegre e numerose in cerca di festini, dove ballare. I festini sono locali abbastanza grandi addobbati con palloncini, coriandoli ecc. In questi locali si balla fino all’alba e verso mezzanotte s’interrompono le danze e la padrona di casa offre dolci e piatti tipici agli invitati. Poi entrano le maschere e ballano con il viso coperto dalla maschera del domino. Ora purtroppo la tradizione è cambiata perché tanti anni fa i festini non erano molto grandi, anzi piccolissimi, infatti, erano fatti in piccole abitazioni, dove si riunivano tutti gli elementi della famiglia e poi s’iniziava a ballare. Il domino è una maschera molto antica e anch’essa, come tutte le maschere ha una storia: durante una notte, alla periferia di Lavello, ci fu un omicidio e si racconta che dei frati abbiano officiato il funerale di notte. Da allora si ricorda quella triste vicenda festeggiando il carnevale e girando di notte per le vie di Lavello travestiti da domino. Secondo me è veramente una bella tradizione e spero che non sia mai abbandonata.

                                                                                                                                                                                                                   Daniele Pagano cl 5°D

   

                                   

                              

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Shoah

Shoah è un termine ebraico (Tempesta devastante ) indica la distruzione del popolo ebraico nella seconda guerra mondiale . Tra il 1939 ed il 1945 quasi sei milioni di ebrei vennero uccisi nei campi di concentramento a causa di Adolf Hitler che con le sue assurde leggi raziali voleva creare un mondo più puro e più pulito. In quei sei anni fino alla Notte dei cristalli, notte nella quale vennero bruciate e distrutte le sinagoghe ed i negozi degli ebrei, molti ebrei iniziarono ad abbandonare l’Europa e a rifugiarsi altrove. Vergognosi sono stati non solo i tedeschi che hanno consentito ad Hitler di uccidere e bruciare vive tante persone nei forni crematori, ma anche tante nazioni europee, compresa la nostra Italia, che sapevano di queste leggi razziali e non hanno fatto nulla per fermare quella follia. Tremendi furono tutti i campi di concentramento come: Aushwitz, Treblinka, Dachau, Bergen Belsel, Mauthausen e Birkenau (campo di concentramento chiamato anche Aushwitz secondo nella Polonia meridionale).  Prima di essere portati nei campi di concentramento gli Ebrei venivano rinchiusi in carceri di cui il più famoso è quello di Fresnes in Francia. Gli Ebrei prima di essere catturati per uscire dovevano portare una stella a sei punte, il loro simbolo, sennò venivano uccisi o incarcerati a vita . Nel capitolo uno della legge contro gli Ebrei stabilita nel 1915 dice: l’ebreo è ebreo se ha anche solo un genitore, un nonno di religione ebrea. Articolo cambiato nel 1935 dice: L’ebreo è  ebreo se ha tutti e due i genitori di razza ebrea.  Quest’anno il 18 gennaio 2018 il nostro Presidente della Repubblica Mattarella ha nominato a 88 anni senatrice a vita la sig.ra Liliana Segre, una sopravvissuta di Aushwitz, perché con la sua vita testimonia a noi giovani le atrocità accadute per motivi incomprensibili. Ogni anno nel giorno della memoria ricordiamo quanto successo agli ebrei e speriamo che non accada mai più a nessuno.   

                                                                                                                                                                           Potito Bavuso  IV A Madonnina   

 

 

 

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Viaggio a Monticchio

Ieri 9 Maggio 2017, noi alunni della classe seconda D di Madonnina, insieme ad altre due classi ci siamo recati in gita a Monticchio e precisamente alla fattoria didattica “Villa delle rose”. Appena siamo arrivati la signora Incoronata ci ha preparato una buona colazione a base di pizza, biscotti e torta di mele; durante la colazione ci ha mostrato quanto zucchero, conservanti e coloranti si trovano in  succhi di frutta e  merendine. Finita la colazione siamo andati al " Museo di storia naturale del Vulture", all’ abbazia di San Michele e  passeggiato vicino ai laghi, per osservare i diversi ambienti. Tornati a Villa delle rose, era pronto il pranzo con  pasta asciutta, cotoletta,  patatine ed un buon gelato. Nel pomeriggio abbiamo visto un mulino a pietra, una chiesetta sconsacrata e gli animali della fattoria; prima di ripartire ci hanno preparato del sale aromatizzato con le erbe profumate della montagna.  Verso le diciassette siamo saliti sul pullman per tornare a Lavello.
Questa esperienza è piaciuta tantissimo.

Alice Nigro

cl.2°D

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Il mio papà

Il mio papa’ si chiama Claudio e ha 42 anni. I suoi capelli sono castani come me e i suoi occhi sono verdi. A lui piace vestire sia sportivo che elegante, infatti indossa i jeans, le camice, i pantaloni ecc. Adora mangiare le patate al forno, il coniglio, l’insalata, il pollo, il pesce, le olive ecc. E’ intelligente perche’: sa usare i telefoni e mi aiuta a fare i compiti. Il mio papa’ lavora molto in campagna e alla Fiat, mi dice sempre che a scuola devo prendere nove o dieci e poi dice che mi devo comportare bene. Una cosa che rende felice papa’ e’ quando gli faccio dei biglietti e sono felice. Se dovesse partire per un viaggio andrebbe al mare, al ristorante ecc. A me piace tantissimo quando e’ allegro, felice e contento, se potessi gli darei tutto il mio cuore . Mio padre e’ il migliore del mondo.
Ilaria Finelli
cl.2°D Madonnina

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Il Pescarello

Ieri tredici marzo noi bambini della 2°D siamo andati a visitare la casa del nonno di Alice,  nella parte piu’ antica del paese,il Pescarello. Il pulmino ci ha accompagnati, dopo un po’ siamo scesi e improvvisamente il nonno di Alice ci ha accolti con un buongiorno. Entrando ci siamo accorti che la casa del nonno di Alice era molto spaziosa; la prima cosa che ci ha mostrato e’ stata una chiesetta costruita nel 1950. In questa chiesetta c’era la statua di San Mauro, un altare sotto il quale il nonno di Alice ci ha mostrato i piu’ antichi vestiti dei sacerdoti. Alice e il nonno ci hanno mostrato un presepe napoletano del 1950, poi dopo ci hanno fatto vedere il salotto con: il pianoforte, due poltrone e dei quadri molto antichi. C’era persino un quadro di Mozart! Alice dopo averci fatto visitare le altre camere, ci ha guidati fino alla sua terrazza. Li’ si vedeva meta’ del paese, noi abbiamo osservato: una valle e una collina piene di alberi. Dopo la maestra Maria Lucia e la maestra Maddalena ci hanno portati a vedere il Pescarello. Abbiamo visto delle case vecchie e anche delle chiese. Dopo aver visto questo, abbiamo notato che le strade del Pescarello sono piu’ strette di quelle del paese, sono anche piu’ ruvide perche’ fatte con materiali diversi. Alla fine di questa gita siamo tornati in classe; io mi sono divertita molto e abbiamo anche visto molte fonti storiche.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Annalisa Larocca
                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Classe 2°D Madonnina

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VISITA A PALAZZO GRANDE

Ieri tredici Marzo noi bambini della 2° D siamo andati a casa del nonno di una nostra amica di nome Alice. Quando siamo arrivati ci stavano aspettando, allora siamo entrati e la prima stanza che ci hanno fatto vedere è stata una chiesetta, dentro la chiesetta c’era una statuetta di San Mauro, e una statuetta della Madonnina; la volta della stanza era tutta decorata e c’era anche un altare con sopra oggetti sacri; in un angolo c’era una cassa dove c’erano cose sacre e sotto l’altare c’era una porticina dove c’erano i vestiti dei sacerdoti, c’era anche una pietra che ricopre le reliquie di San Luigi. In un angolo della chiesetta c’era anche una cassapanca dove c’era un presepe napoletano molto antico. Quando siamo usciti dalla chiesetta siamo andati nello studio del trisavolo dove ci sono tutti i quadri degli antenati della famiglia di Alice, poi siamo andati nel salotto dove c’era un pianoforte, un divano, due poltrone e un quadro di Mozart. Poi siamo andati sulla terrazza da dove si vedeva una metà del paese, si vedeva anche una valle piena di alberi, insomma un bellissimo panorama. Siamo usciti da Palazzo Grande e abbiamo fatto il giro del quartiere vecchio “Pescarello”; abbiamo visto anche i resti della chiesetta di San Giovanni, poi lungo la strada c’erano tante case crollate. Ieri è stata una giornata bellissima perche ho conosciuto la parte più antica del mio paese.

Luca Bisceglia cl.2°D Madonnina

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I cinque luoghi che vorrei visitare

A me piace molto viaggiare e scoprire posti nuovi ogni giorno, perciò almeno una volta in vita mia vorrei visitare questi cinque luoghi.

Roma
Mi piacerebbe innanzitutto conoscere la capitale del mio Paese, cioè Roma, perché ci sono molti monumenti storici come il Colosseo, i Fori Imperiali, la Domus Aurea e poi perché si può visitare la basilica di San Pietro e il papa.

Assisi
Un altro luogo Italiano molto bello da vedere secondo me è Assisi: me ne hanno parlato molto bene i miei genitori che ci sono stati. Vorrei visitare la basilica inferiore e superiore di San Francesco per ammirare i bellissimi affreschi di Giotto.

Los Angeles
Volendo sognare, volerei a Los Angeles negli Stati Uniti d'America per provare l'ebrezza dell'aereo e sentirmi una diva mentre cammino per le strade di Hollywood, enormi come tutte le cose in America. Mi metterei a leggere dal primo all'ultimo nome delle star sui marciapiedi e magari potrei incontrarne anche una. Forse esagero un po'. 

Londra
La capitale europea che più mi piace è Londra perciò vorrei conoscerla facendo un giro turistico sui tipici bus a due piani, per osservare il fiume Tamigi e il cambio della guardia al Palazzo Reale. Mi piacerebbe visitare poi il museo delle cere di Madame Tussaud, ricco di personaggi famosi e potrei anche migliorare il mio inglese.

Australia
Mi piacerebbe andare dall'altra parte del mondo per visitare l'Australia che è un mondo totalmente diverso dal nostro. Il bellissimo  porto della capitale Sidney con le sue costruzioni moderne, il Teatro dell'Opera e poi gli sterminati paesaggi popolati di animali bellissimi come i canguri e poi, adesso, lì è estate ! 

                                                              

Paola Mele V A Madonnina

 

 

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