L’ Amour Médecin è un’opera del poeta Jean- Baptiste Poquelin, il cui nome da artista è Molière.
Il giorno 6 aprile 2018 tutte le classi seconde del nostro Istituto si sono recate presso il Teatro ShowVille di Bari per assistere a questo spettacolo in lingua francese.
La storia narra di una ragazza, Lucinde, che si innamora a prima vista di un giovane, Clitandre.
Il giovane si reca alla corte di Sganarelle, padre di Lucinde, per chiedere la mano di sua figlia.
Il padre rifiuta e allora, da questo momento in poi, sua figlia si fingerà malata e afflitta dalla depressione.
Lisette, serva del Signor. Sganarelle e grande amica di Lucinde, appoggerà la ragazza per tutta la storia, facendo capire al padre, i veri sentimenti che prova Lucinde.
Per far capire ciò a Sganarelle ci vorrà molto tempo, poiché non vuole credere che sua figlia sia veramente innamorata, ma piuttosto pensa che ella sia malata. Così, una sera, farà chiamare tutti i medici della città per visitarla ma ognuno trarrà delle ipotesi diverse sulla malattia di Lucinde, senza mettersi d’accordo.
Alla fine arriva lo stesso Clitandre, che si fingerà medico, dicendo che l’unica soluzione per guarire sua figlia era farla sposare con l’uomo che amava.
Allora, Sganarelle sicuro che fosse una messa in scena per farla guarire ,dà il permesso a Clitandre di prendere in sposa sua figlia. Solo dopo il matrimonio si accorge troppo tardi di essere stato preso in giro e gli sposi sono finalmente felici.
Personalmente, io penso che la trama di “L’ Amour Médecin” sia molto bella ed appassionante, poiché Molière è riuscito a fondere il tema dell’ amore , con la descrizione della società dell’ epoca, prendendo in giro quest’ultima , soprattutto i vizi e le ipocrisie di allora ma che restano anche quelle dei nostri giorni.
Il tutto è stato interessante :la preparazione fattaci dalla prof. con l’ascolto e la spiegazione delle scene, ,l’arricchimento della lingua francese, l’uscita con i compagni di classe ,il confronto con scuole di altre province e dulcis in fundo la conversation con gli attori. Sbalorditivo come siamo riusciti ad interagire in lingua francese facendoci capire e capendo gli attori di madrelingua come dei veri francesi.
Quest'anno noi alunni della classe 5^A, grazie al progetto “Forentum Lab” guidato dal professor Catarinella, abbiamo scoperto ciò che si nasconde sotto il terreno che ogni giorno calpestiamo. Come prima tappa, abbiamo visitato il sito archeologico di contrada San Felice, qui abbiamo notato tracce di mura appartenenti ad abitazioni di epoca romana; nelle vicinanze sono state rinvenute numerose testimonianze di un insediamento fatto di capanne, appartenenti al Neolitico. L'esperto ci ha anche spiegato che nella zona Gravetta, sono state ritrovate, testimonianze riferibili al periodo in cui Lavello veniva chiamata Forentum; si tratta di santuari, abitazioni, strade, tombe e fontane risalenti all’età Daunia. La nostra esperienza di archeologi è proseguita con una simulazione di scavo avvenuta nel cortile della nostra scuola; alcuni di noi hanno verbalizzato quanto accaduto, altri, invece, dopo aver quadrettato il sito, sono andati alla ricerca di reperti. Finalmente sono venuti alla luce diversi cocci di vasi di argilla con delle incisioni. A conclusione del nostro fantastico progetto, abbiamo visitato il museo di Lavello: “Forentum ritrovato”. Appena arrivati ci ha colpito la presenza di tanti cubi colorati, prontamente la guida ci ha spiegato che ad ogni colore corrispondeva una tipologia di reperto. Prima di iniziare la visita vera e propria, abbiamo guardato un video relativo a tutte le vicende storiche che hanno caratterizzato il nostro paese, poi finalmente abbiamo iniziato ad ammirare varie vetrine contenenti numerosissimi corredi funebri di tombe appartenute a persone di diverso ceto sociale. C’erano oggetti di ogni genere, da vasi di uso quotidiano a spille, gioielli, collane e bracciali; tra tutti, una scultura ha attirato in modo particolare la nostra attenzione e cioè la testa di un bambino. La guida ci ha subito spiegato che si trattava del pezzo più importante del museo, ne esistono solo due al mondo. Girando per il museo, la nostra attenzione è stata catturata nuovamente da una pietra piccolissima di forma rotonda; era una moneta non levigata che simboleggiava metaforicamente la presenza nella tomba di una persona che era morta prima di completare il suo ciclo di vita, quindi di una persona molto giovane. Attraversando le stanze del museo, siamo arrivati davanti alla meravigliosa ricostruzione di una tomba a tumulo, con uno scheletro posizionato sul fianco sinistro, completa di corredo funerario. Continuando la visita, abbiamo visto numerosissimi vasi e oggetti di forme e colori diversi, appartenenti oltre che alla Magna Grecia, anche alla civiltà Daunia e alla civiltà Canosina. Alla fine di questo percorso, abbiamo compreso l’ importanza della storia, ricchezza per il nostro paese, che non conosciamo ma abbiamo cominciato ad apprezzare.
Mercoledì 09 Maggio, il nostro Istituto Comprensivo, ha ospitato per le Certificazioni “DELF Scolaire” A1-A2, gli alunni dell’ Istituto Comprensivo1 di Lavello. Abbiamo iniziato alle 11:30 con l’esame orale, l’esaminatrice M.lle Clémence da subito ci ha messo a nostro agio ed ha chiesto ad ognuno di noi di presentarsi in lingua francese. Ci ha fatto scegliere sei bigliettini sui quali erano scritte delle parole con le quali dovevamo formulare due domande relative alla grammatica studiata. Dopodiché abbiamo sostenuto un dialogo con l’esaminatrice, fingendo di essere in un negozio, bar o ristorante, simulando delle vere scene di vita quotidiana. Erano circa le 13:30 quando abbiamo cominciato le prove scritte, iniziando dalla comprensione orale, la comprensione scritta e finendo con la produzione scritta di un testo su traccia. Abbiamo concluso la prova alle 15:00. È stata una bella esperienza perché è stato interessante dialogare con una ragazza di madrelingua francese e soprattutto perché è stato il mio primo esame.
Pur essendo due elementi diversi tra loro, l’alcol e il fumo causano più o meno forti dipendenze in chi li assume. Bisognerebbe fare un discorso a parte per ciascuno anche se molto spesso li troviamo collegati tra loro. Tutti sappiamo che bere troppo fa male, eppure molto spesso accade che molti giovani oltrepassano i limiti, arrivando all’ubriachezza e talvolta addirittura a vomitare e perdere i sensi. L’alcol e il fumo sono cattive abitudini che spopolano fra i ragazzi tra i 13 e 17 anni con tendenza a iniziare sempre prima, problema da non sottovalutare e che può essere pagato sul fronte della salute. Bere e fumare sigarette sono cattive abitudini da adulti e, per questo, vengono visti dai ragazzi come segni di emancipazione o di superiorità. Fra le cause c’è la frequentazione di compagnie pericolose, il mancato rispetto delle regole da adottare quando si esce, la debolezza di un adolescente che farebbe di tutto per farsi accettare nel gruppo. Tutto questo ci porta a capire che l’alcol e il fumo arrivano troppo precocemente nella cultura dei giovani ed affascinano perché permettono di sentirsi euforici e capaci di ogni cosa. Queste possono essere solo scuse per iniziare, la verità è che smettere di fumare è difficilissimo perché la nicotina crea una dipendenza fortissima e insieme all’alcol causano danni all’organismo devastanti. Gli adolescenti italiani che fumano sono in percentuale molto di più che negli altri Paesi europei, un record di cui andare poco orgogliosi perché mostra quanto sia grande il problema. Col passare del tempo l’uso eccessivo di alcol e fumo può portare alla riduzione dei riflessi e della vivacità, alla perdita della coordinazione neuro-muscolare e successiva perdita dell’equilibrio fisico e mentale. Gli effetti possono essere molto dannosi all’organismo, ad esempio si verificano l’abbassamento delle difese immunitarie, disturbi neurologici, rischio di tumori ai polmoni, alterazioni al fegato, malattie cardiovascolari. Non ritengo giusto che i giovani debbano rinchiudersi nel mondo del fumo e dell’alcol per essere felici; ognuno di noi ha i propri problemi e le proprie esperienze negative che possono essere affrontate in modi diversi e non rifugiandosi in “effimeri paradisi”.